Buona la prima. Per la sanità pubblica e gratuita si prepara la mobilitazione contro la regione Toscana.

Si è svolta giovedì 18 maggio l’iniziativa promossa dal Coordinamento “Ogni Giorno è Primo Maggio” presso la Casa del Popolo il Campino di Firenze. All’iniziativa erano presenti una cinquantina di persone e una quindicina di realtà organizzate, provenienti da ogni parte della regione, che hanno dato vita al coordinamento toscano salute ambiente sanità. Altre, impossibilitate a partecipare, hanno comunque confermato la volontà di partecipare al percorso.

L’assemblea ha deciso una prima giornata di mobilitazione per il 30 maggio, in quella data ogni realtà territoriale che partecipa al percorso darà vita ad una prima iniziativa di informazione sui contenuti del programma del coordinamento e sulla manifestazione regionale prevista per martedì 20 alle 17 a Firenze, in occasione della riunione del Consiglio regionale.

L’assemblea ha condiviso i temi dell’appello di convocazione e si è data un minimo di coordinamento, in vista delle successive iniziative e in preparazione di un appuntamento nazionale sul tema della sanità.

L’iniziativa di Firenze è importante innanzi tutto perché punta ad unificare ma non ad appiattire i diversi fronti di lotta aperti sul tema della sanità; a questo proposito è importante sottolineare il lavoro compiuto dai nodi toscani di NonUnaDiMeno sul tema dei consultori, della difesa dell’interruzione volontaria di gravidanza e su tutti gli aspetti dei tagli alla sanità che assumono una valenza di genere. È importante inoltre per il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità e delle loro organizzazioni, di fronte ad un crescente clima repressivo nelle aziende sanitarie, attorno a cui si muovono anche comitati nati sui territori. È importante infine perché testimonia il radicamento e la continuità di Ogni Giorno è Primo Maggio, percorso unitario del sindacalismo di base fiorentino a cui partecipano le organizzazioni del sindacalismo di base e conflittuale fiorentine.

L’appello a convergere per il rilancio della sanità pubblica è il testo su cui è stato convocato l’appuntamento fiorentino ed era rivolto, oltre che alle lavoratrici e lavoratori della sanità, a tutti coloro che ne ricevono il conseguente malservizio e a tutte quelle realtà collettive di lotta che ritengono imprescindibile la DIFESA di un SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO, principale strumento della salute collettiva.

Nell’appello è presente il riferimento al ruolo che hanno le spese militari nei tagli della spesa pubblica: “La politica dei tagli (…) permette a lorsignori di aumentare le spese di guerra dall’1 al 2% sul Pil e di ridurre le spese per la sanità dal 7 al 6%: ricordiamo che nella sanità va oltre il 20% del bilancio statale per cui rappresenta un enorme portafoglio da cui attingere a discapito di un diritto primario”; in effetti l’attuale condizione della sanità è la spiegazione di cosa significa economia di guerra: non solo gli stanziamenti per la sanità vengono dirottati verso la politica di riarmo e di intervento militare all’estero, le spese militarti sono la principale causa dell’aumento del debito pubblico e della spesa per interessi che grava sul bilancio statale, spesa per interessi che grava a sua volta sugli stanziamenti per i servizi sociali. Infine i tagli alla sanità forniscono la scusa per tagliare l’IRAP.

Un altro punto che merita di essere approfondito è la sanità come salario o reddito indiretto: proprio il rilancio della sanità mette in evidenza come la difesa del reddito non riguardi solo o solo in parte l’aspetto monetario, riguarda la disponibilità di beni e servizi che soddisfano in varia misura i bisogni dei ceti popolari. La difesa del carattere pubblico e gratuito dei servizi come sanità e scuola rappresenta un beneficio non solo per le lavoratrici e i lavoratori, ma anche per chi non si trova all’interno del processo produttivo e, per mancanza di reddito o di istituti contrattuali, non può accedere alla sanità privata.

L’eliminazione dell’Irap è un altro tema cui accenna l’appello. Si tratta di un altro tema importante perché mette in evidenza che l’accelerazione del peggioramento della sanità pubblica è avvenuta in contemporanea con la trasformazione dei contributi a carico del datore di lavoro al Servizio Sanitario Nazionale nell’imposta regionale sulle attività produttive, avvenuta ad opera del primo governo Prodi nel 1997. I contributi erano in tutto e per tutto salario, l’IRAP ha nascosto questa realtà e creato le premesse per il taglio del costo del lavoro a danno del lavoro dipendente.

La precarizzazione e la privatizzazione del servizio sanitario, infine, non sono che una conseguenza della religione del prodotto interno lordo, vero totem delle politiche governative: l’aumento delle assunzioni nel servizio pubblico e il ritorno nel servizio pubblico dei reparti esternalizzati deprimerebbe il PIL, che invece aumenta grazie al fatturato della sanità privata.

Anche nella sanità, governi nazionali e locali, padroni e preti sono uniti a danno del proletariato e dei ceti popolari. L’iniziativa di Firenze è un buon passo per coordinare le risposte.

Lona Lenti

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